venerdì 17 febbraio 2012

Le origini del Patek Philippe Nautilus: leggi tutta la storia nell'opera Collezionare Nautilus e Patek Philippe - Collezionare Orologi

Le origini del Patek Philippe Nautilus: leggi tutta la storia nell'opera Collezionare Nautilus e Patek Philippe - Collezionare Orologi

Tratto dal terzo volume dell'oepra Collezionare Nautilus e Patek Philippe Moderni e d'Epoca

Gli anni ‘70 furono per l’orologeria svizzera in generale un periodo estremamente difficile; non dimentichiamo che in quel decennio la spietata concorrenza degli orologi al quarzo “made in Japan” obbligò gli imprenditori svizzeri a un riesame attento della loro organizzazione e a un profondo lifting chirurgico dei loro prodotti.

La direzione della Patek Philippe aveva percepito la necessità di un cambiamento, il bisogno di rinfrescare il “cliché” della marca, allargando la gamma dei prodotti a modelli più moderni. Perpetuare la tradizione e contemporaneamente ringiovanire l’effige che il pubblico si era creato del marchio. Per Patek Philippe questa era diventata una strategia prioritaria; si ricercarono quindi nuovi design come l’Ellipse che era stato lanciato recentemente e il Nautilus che con la sua forma innovativa e la scelta dell’acciaio come metallo, si inseriva perfettamente in questa strategia di rinnovamento dinamico del prodotto.


Il Nautilus rappresenta infatti il simbolo di questa evoluzione: un corologio sportivo-elegante in acciaio per uomini dinamici, i manager della nuova generazione.

Questo modello è nato da un disegno scarabocchiato su un tovagliolo in un ristorante di Basilea da Gerald Genta.

Patek-Philippe-Nautilus Gerald-Genta

Nautilus-Blu


La scelta del nome fu eccellente, l’indicazione simbolica alle avventure di Capitan Nemo tratte dal romanzo di Giulio Verne “ Ventimila leghe sotto i mari”.

Fu chiamato Nautilus perchè ricordava nella forma della cassa, l’oblò dei vec- chi transatlantici e puntualizzava chiaramente le ambizioni e le aspettative di affidabilità che gli ingegneri della Patek Philippe avevano previsto per questo orologio, anche in condizioni estreme.

Patek-Philippe-Nautilus-ref.-3700 1

È interessante constatare come parallelamente al Nautilus, un altro modello sempre disegnato da Gerald Genta nel 1968, dalla linea innovatrice e forte come il Royal Oak della Audemars Piguet, abbia avuto agli inizi le stesse difficoltà ad affermarsi.

Le reazioni del pubblico sull’estetica, infatti, dimostrarono rapidamente che era un modello troppo in anticipo sui tempi per quello che era considerato all’epoca il concetto di eleganza e sportività. Le notevoli dimensioni che sfoggiava (42 mm. di diametro e uno spessore di 7,60 mm.), molto insolite negli anni ’70, quando gran parte dei modelli della manifattura variavano tra i 33 e i 37 mm. di diametro, evidentemente scioccava e non accendeva l’entusiasmo del pubblico: i tempi non erano ancora maturi.

Nautilus annunci

Non sarebbe una storia a lieto fine se questi due modelli, con il passare del tempo non fossero stati capiti e apprez- zati. Alla fine il genio creativo vinse e oggi queste due referenze sono delle ”vedette”, il cavallo di battaglia di due marche prestigiose.

Leggi la storia completo nel terzo volume dell'opera Collezionare Nautilus e Patek Philippe Moderni e d'Epoca

Collezionare-Nautilus-e-Patek-Philippe Vol-III

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